Da una parte il ministro Bianchi da Cernobbio assicura che tutte le cattedre sono coperte e che le lezioni inizieranno regolarmente; dall’altra i sindacati di comparto denunciano esattamente il contrario. Secondo il sindacato Dirigentiscuola, manca circa il 50% dei docenti; mancano 15.000 amministrativi; non sono stati nominati i circa 500 dirigenti previsti perfino dall’organico e non è stato rinnovato il contratto nazionale del comparto – ma anche dell’Area – scaduto il 31/12/2018.
I presidi
“È deprimente- dichiara in una nota il presidente nazionale dell’associazione dei presidi Attilio Fratta- assistere ogni anno a questo spettacolo frutto del consolidato patto scellerato. Le cattedre dall’inizio delle lezioni sono coperte ma da chi? Da personale di ruolo, da precari, da supplenti e dalle MAD, ovvero messe a disposizione. L’ammortizzatore sociale e la succursale dell’ufficio di collocamento continuano a funzionare come da patto scellerato. Il tutto con il consenso delle parti salvo poi a dichiarare il contrario”.
Competenze
“Il vero problema- continua- è che copriamo i buchi senza verificare il possesso delle competenze culturali e professionali; continuiamo a volere e creare precariato per poi immettere in ruolo coloro che hanno prestato servizio per almeno tre anni previo pseudo concorsi riservati o sanatorie per verificare le competenze. Prima, quindi, affidiamo la formazione dei cittadini per anni a DOCENTI assunti senza concorso e poi verifichiamo il possesso delle competenze. La soluzione è semplice e applicata in molti paesi limitrofi nei quali non esiste il precariato”. “Ad ogni istituzione scolastica viene assegnato un contingente aggiuntivo utilizzato anche per la sostituzione dei colleghi assenti. Gravissima invece la carenza di personale amministrativo e il sistema di reclutamento con i quale si consente il passaggio anche da collaboratore a assistente amministrativo e a DSGA. Il tutto senza verifica delle competenze. Chi vuole questo sistema e perché?”, denuncia Fratta. “