Il grido d’allarme arriva dell’ospedale più grande di Napoli. «Domani il Cardarelli ospita la discussione nazionale sui problemi del pronto soccorso in tutta Italia. Lavoriamo per migliorare l’emergenza e stiamo facendo scouting nei reparti per trasferire qui alcuni medici, attraverso la premialità per performance»: così all’Ansa Antonio D’Amore, direttore generale insediatosi il 9 agosto, fa il punto sui problemi del pronto soccorso del Cardarelli. «I medici dell’emergenza guadagnano meno dei colleghi perché non possono fare medicina autonoma e affrontano continuamente pazienti gravi. Bisogna affrontare il tema dell’aumento dello stipendio ma intanto abbiamo delle premialità e stiamo compiendo questo percorso in accordo con i sindacati». Sul tema si parlerà domani nel convegno promosso dalla Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) dal titolo “Emergenza-Urgenza, criticità attuali e soluzioni a breve e medio-lungo termine”.

Un allarme sul pronto soccorso partito molti mesi fa dal Cardarelli di Napoli che ha fatto emergere un nodo nazionale: i medici sull’emergenza sono in netto calo. «Domani sarà un giorno di confronto e di idee dei grandi ospedali, verranno il direttore del Niguarda di Milano, Marco Bosio, Chiara Serpieri, direttore Generale dell’Asl piemontese di Verbano-Cusio-Ossola e Antonio D’Urso, direttore Generale dell’Asl Toscana Sud Est. Metteremo sul tavolo i problemi condivisi e quelli specifici. Da vicepresidente della Fiaso sono contento che si faccia qui, al Cardarelli, perché viviamo questa criticità e dobbiamo trovare una risposta per i pazienti e per i medici dell’emergenza che oltre allo stress rischiano anche aggressioni». Al convegno partecipano Lorena Martini dell’Agenas e Fabio De Iaco, presidente della Simeu.
L’appello
«La situazione è difficile a livello nazionale, qui possiamo migliorare a partire dall’organizzazione interna. Ma resta l’allarme sui medici nel reparto: un anno fa ce n’erano 35, ora sono 26, 10 sono andati via per non stare più in pronto soccorso. È un problema di contratto su cui serve una risposta nazionale. Stiamo facendo scouting nei reparti, cercando di convicere i medici a venire all’emergenza con delle premialità che abbiamo, oggi servono 15 nuovi medici. Ma è un settore che non ha futuro così: se guardiamo alle borse di studio per questa specializzazione, solo il 30% sono state prese, il 70% rimaste senza pretendenti».

Una situazione che il Cardarelli sta cercando di affrontare: «Stiamo programmando interventi di fast track per avere una risposta dagli specialisti che arrivano al pronto soccorso in tempi rapidi, ma servono spazi adeguati. Per ora lo abbiamo attivato sull’ortopedia e presto tocca ai settori di otorino e oculistica. Faremo le linee dirette veloci dal reparto emergenza ai reparti specialistici, ma questo va di pari passo con i percorsi nuovi della struttura. Per fare i lavori dovremmo chiudere il pronto soccorso, cosa che non è possibile pensare ora».