Lo shock energetico abbatte le prospettive di crescita. Se il 2022 si appresta a chiudere con un brillante 3,4% superando così la prova Covid e rivedendo all’insù dell’1,5% le previsioni dello scorso aprile, già nel terzo trimestre la crescita del Pil comincerà a rallentare per scendere dello 0,6% nel quarto e toccare il -0,3% nel primo trimestre del 2023, consegnando ai dati del prossimo anno una crescita al ribasso pari a zero che porterà in media d’anno “l’Italia in stagnazione, alla quale si assocerà un’inflazione record”. E’ questo il quadro tratteggiato dal rapporto del centro studi di Confindustria dal titolo ‘economia italiana ancora resiliente a incertezza e shock?’.
Previsioni caratterizzato da forti elementi di incertezza, dalle fornitura di gas Russo all’andamento della pandemia, dall’inflazione alla risalita del tassi di interesse. Da settembre in poi comunque, esaurita la spinta legata al gap da colmare rispetto al pre-pandemia, si manifesteranno “pienamente”, scrivono ancora gli economisti di Viale dell’Astronomia, “gli effetti negativi dell’aumento dei prezzi dei prodotti energetici”, si legge nel Rapporto.