In questi giorni il governo di Giorgia Meloni sta lavorando a un nuovo piano per le pensioni. Le ipotesi emerse durante la campagna elettorale del centrodestra e subito dopo il voto sono abbastanza eterogenee e il tempo stringe: se non saranno approvati nuovi interventi, infatti, il primo gennaio 2023 ci sarà il ritorno alla legge Fornero. I sindacati premono per un superamento dell’obbligo di pensionamento a 67 anni, ma si discute sul come. Si pensa a un meccanismo per incentivare la permanenza al lavoro degli over 63, una sorta di bonus con un sistema di sgravi contributivi a favore del lavoratore, così da indurlo ad andare in pensione più tardi. È questa l’ultima ipotesi allo studio dell’esecutivo per la prossima legge di bilancio, secondo quanto filtra dal Tesoro.
E le risorse? A livello di cifre, per la legge di bilancio, fino a 21 miliardi di euro potrebbero arrivare dall’aumento del deficit programmato fino al 4,5% rispetto al Pil nel 2023, immaginando una crescita dello 0,6%, certificato dall’Ufficio parlamentare di bilancio. Ciò significa uno scostamento di 1,1 punti percentuali in confronto al 3,4% tendenziale, cioè a legislazione vigente, inserito nella nota di aggiornamento del Def, messo nero su bianco a fine settembre dal precedente governo. In questo quadro, il governo potrebbe quindi usare 5 miliardi circa sia per prorogare le misure di flessibilità in uscita sulle pensioni, in scadenza il 31 dicembre – quota 102, opzione donna e ape sociale – sia per alcune misure come la flat tax con un’aliquota agevolata al 15% per le partite Iva fino 100mila euro di ricavi e/o sui redditi in più dichiarati rispetto al triennio precedente (tassa piatta incrementale).
fonte today.it