Il Reddito di Cittadinanza fino a questo momento è stato un valido sostegno economico per le famiglie in difficoltà. Vediamo insieme cosa cambierà con il nuovo governo. E a quale categoria di persone verrà riassegnato.
Il governo di centrodestra targato Giorgia Meloni, potrebbe cambiare le modalità di ripartizione del Reddito di Cittadinanza. Strumento utile alle famiglie che non conducono una vita agiata. Infatti i soldi utilizzati per i percettori del reddito, andranno confinati alle aziende, come stimolo per assumere nuova forza lavoro.
Per poter ottenere questo sussidio, bisogna soddisfare diversi parametri. La cittadinanza italiana o europea, disporre di un permesso di soggiorno che non sia scaduto, un ISEE meno di 10 mila € (circa 9,360€) ed una rendicontazione annua che si aggira intorno ai 6 mila €.
Con il cambio di governo, potrebbero cambiare alcune cose, infatti l’RDC continueranno a percepirlo le categorie fragili, le persone non autosufficienti quelle che non possono svolgere alcun tipo di lavoro.
Il costo erogato dal reddito di cittadinanza 10 miliardi di euro all’anno, verrà equamente diviso tra le due categorie attenzionate in precedenza. Una soluzione secondo il nuovo governo che potrebbe decrescere il tasso di disoccupazione in Italia, oltre che fornire nuovi sbocchi occupazionali.
Naturalmente sono solo delle supposizioni, perché non c’è ancora un’ufficialità, su chi potrà beneficiare di questo sostegno economico. Walter Rizzuto di Fratelli D’Italia, rassicura che non c’è ancora una stima esatta delle persone che rientrerebbero nella categoria “inabili al lavoro”.
Ma si potrebbe supporre che le persone esonerate dal rispetto degli obblighi previsti dal RDC. Chi ha compiuto 65 anni d’età, chi dispone di un’invalidità che va oltre il 45%, chi assiste un familiare con una forma grave di disabilità, chi ha un minore di 3 anni a carico, chi è in gravidanza e quindi non può svolgere un’attività lavorativa.