E’ stata stilata l’agenda del 2030, nei prossimi 10 anni la Campania è pronta a fare il balzo di qualità. Cosa si può migliorare sul nostro territorio? Ecco il parere degli esperti.
A moderare l’ultimo dibattito è stata la giornalista Carmen Cretoso. La nuova agenda 2030 è una promessa per i leader politici, è stata sottoscritta il 25 settembre del 2015 da 193 paesi del mondo.
Il primo ad intervenire è il fondatore di NaStartUp Antonio Prigiobbo, tracciando la sua idea di sostenibilità. Il progetto iniziale è quello di fondare una startup, creando un opportunità lavorativa per tutti. Nel primo anno (2019) infatti già molte persone dall’estero, erano entusiasmate all’idea di venire a Napoli.
Conclude: Le startup hanno dimostrato di saper realizzare prodotti e servizi che migliorano la vita delle comunità. Pensiamo, per esempio, alla rivoluzione dell’elettrico nei trasporti e al ruolo avuto dalle startup.
Tuttavia, quello che manca ancora è un’educazione specifica per chi avvia un’impresa innovativa, che è, per dirla come Reid Hoffman, cofounder di Linkedin, “come costruire un paracadute in corsa mentre si precipita”.
Allo stesso tempo, serve un’educazione anche agli imprenditori più navigati per aiutarli a comprendere le opportunità delle startup e a saperne cogliere lo spirito di flessibilità e adattabilità, sempre più necessario oggi sul mercato”.
Valentina Raffone referente di Plastic Free, ha sostenuto l’importanza per l’ambiente e per il territorio. Nel corso degli ultimi anni, nelle scuole campane gli attivisti con una campagna di sensibilizzazione, hanno invitato il personale scolastico e agli alunni, a non utilizzare più la plastica, poiché non rispetta le normative ambientali.
Il biologo e naturalista Gennaro Barbato, sottolinea come il processo storico abbia determinato l’inquinamento ambientale. I giovani, i finanziamenti e la meritocrazia solo alla base del suo pensiero ideologico.
Lo scrittore Tonino Scala, sostiene che il tema principale del dibattito, sia quella legata alle poche assunzioni nel nostro paese e il PNRR dovrebbe essere la sorgente principale per le nuove generazioni. “Al sud siamo riusciti ad ottenere solo il 40% dei fondi destinati per il mezzogiorno”, dichiara cosi lo scrittore. Nel corso della sua dissertazione si è sentito profondamente addolorato per la situazione che sta attraversando la nostra regione.