La ministra Roccella lo ha annunciato qualche giorno fa sulle pagine del Sole24Ore: l’assegno unico è da riformare nell’ottica di premiare le famiglie più numerose «che in generale – dice – fino a oggi sono maltrattate dal Fisco». Secondo la titolare del ministero della Famiglia, natalità e pari opportunità, è il meccanismo alla base dell’assegno a non funzionare. In altre parole l’Isee, che non avrebbe garantito i nuclei con più figli.
La riforma
Il treno normativo è la legge di Bilancio: è lì che si potrebbe giocare una prima manche della partita che secondo fonti di governo potrebbe però essere articolata in più fasi. L’ipotesi nel suo complesso punterebbe a depotenziare l’Isee come parametro per la quantificazione dell’assegno. Al suo posto potrebbe entrare in scena il quoziente familiare: e dunque il rapporto tra reddito e componenti del nucleo. Un primo accenno della discesa in campo del nuovo criterio è contenuta nel dl Aiuti-quater dove presumibilmente detterà legge in merito alla deroga dell’incentivo per le villette fino a marzo 2023.
Per il governo dovrà quindi essere trovato un altro meccanismo, dal momento che secondo Roccella «circa un milione di potenziali beneficiari ha scelto di rinunciare all’assegno». Del resto quello del sostegno alle famiglie è stato un cavallo di battaglia anche della premier Giorgia Meloni che nel programma di governo lo aveva indicato tra gli interventi con corsia preferenziale.
fonte ilsole24ore