Chiuso un impianto di sezionamento e commercio all’ingrosso di carni avicole sprovvisto del «Bollo Ce» e di riconoscimento produttivo, nella provincia di Napoli. Non l’unico provvedimento adottato. Sequestri anche a Salerno e Catania stavolta di 3700 chili di prodotti lattiero-caseari, che stavano per essere commercializzati e che erano sprovvisti della documentazione sulla rintracciabilità. E due laboratori di analisi privati sono risultati non autorizzati, che producevano falsi referti attestanti parametri analitici e microbiologici non veritieri in quanto basati su analisi mai eseguite sugli alimenti, sono finiti scoperti dai Nas a Palermo nell’ambito della campagna di controlli sulla listeria.

Sempre a Palermo disposto il fermo preventivo di 945 chili di prodotti caseari e la sospensione dell’attività di un’azienda dopo che un campione di formaggio fresco è risultato contenere valori elevati di Listeria. In un’industria di salumi della provincia di Modena sequestrati 7.000 chili di tranci di carne suina e bovina e semilavorati, invasi da ghiaccio e brina gelificata a causa del malfunzionamento del sistema di refrigerazione: c’erano anche muffe sulle pareti dei locali destinati allo scarico merci, che avrebbero potuto contaminare gli alimenti.

A Bari in un’industria di lavorazione carni sequestrati 1.800 chili di prodotti privi di etichettatura e di indicazioni utili a garantirne la tracciabilità. Nella provincia di Savona chiuso un laboratorio di preparazione gastronomica, che non aveva l’autorizzazione sanitaria e presentava gravi carenze anche sul piano dell’igiene. Per precarie condizioni igieniche ma anche per la mancata attuazione delle procedure di autocontrollo, imposte dalla normativa, sequestrati a Ragusa 529 chili salumi già confezionati, alcuni sprovvisti di elementi utili alla tracciabilità, altri scaduti.