Una mazzata che potrebbe abbattersi su settantamila lavoratori. Tanti sono i posti di lavoro messi a rischio in tutta la Campania dalla miscela esplosiva composta dal caro bollette, dall’inflazione e dalla conseguente frenata dei consumi. I conti delle associazioni delle piccole e medie imprese non lasciano adito a dubbi.
IL 35% DEI LAVORATORI A RISCHIO HA PIÙ DI 50 ANNI. La crisi rischia di essere poi
ancora più grave, perché il 35% di questi lavoratori dipendenti ha un’età superiore ai 50 anni, ovvero quella fascia dove è più difficile il ricollocamento e la ricerca di una nuova occupazione. Insomma, il pericolo nei prossimi mesi in Campania è che si assista ad un aumento notevole di Cassa integrazione e disoccupazione, soprattutto nei settori commercio e artigianato. In prima linea tra i responsabili di questo scenario c’è senza dubbio l’impennata dei costi dell’energia: una stangata non solo per le famiglie, ma soprattutto per le aziende.
Secondo Confesercenti sono 20mila le imprese commerciali che rischiano di
chiudere (7mila nella sola provincia di Napoli), mentre i calcoli di Casartigiani Napoli parlano di 10mila aziende artigiane a rischio solo nel capoluogo. A questo si aggiunge l’allarme consumi, colpiti dalla riduzione dei redditi falcidiati dal caro prezzi, con l’inflazione che continua la sua allarmante corsa al rialzo dopo aver raggiunto un nuovo record dal 1984.