Bonus busta paga: la soglia entro cui le aziende possono riconoscere premi e bonus ai dipendenti senza pagare le tasse sulle somme erogate è salita, passando da 600 euro a 3.000 euro. Ecco a chi spetta.
Bonus busta paga: grazie al nuovo decreto Aiuti, il governo Meloni ha introdotto il bonus pusta paga con un innalzamento della soglia da 600 euro a 3000 euro (saranno annui). Tale soglia servirà ai datori per riconoscere, qualora lo volessero, le agevolazioni spettanti ai propri dipendenti senza dover pagare le tasse, così da sostenere il reddito dei lavoratori, messo a dura prova dall’inflazione che ha portato inevitabilmente una perdita del potere d’acquisto degli stipendi.
Questa non sarà l’unica misura che garantirà un aumento di stipendio, poiché il governo ha in mente di attuare un nuovo taglio del cuneo fiscale per il 2023, così da garantire un aumento dello stipendio netto a parità di lordo.
Perché aumentare gli stipendi
C’è un evidente problema di stipendi rimasti fermi e il problema dell’inflazione ha aumentato ancor di più il problema, danneggiando il potere d’acquisto degli italiani. Ecco perché il bonus busta paga pare essere un modo per aumentare le retribuzioni, ma allo stesso tempo non bisogna pretendere che il peso dell’incremento gravi solo sulle aziende, anch’esse danneggiate e in crisi, non solo per l’inflazione, ma anche per il rincaro dei costi dell’energia.
Date queste premesse, il governo Meloni ha deciso di procedere verso due differenti direzioni:
da una parte le aziende saranno incentivate ad aumentare gli stipendi, riconoscendo a loro stesse la possibilità di erogare bonus e premi esentasse;
dall’altra si interverrà sull’imposizione fiscale che grava sulle retribuzioni, ponendosi come obiettivo un taglio ulteriore del cuneo fiscale. In questo modo il lavoratore vedrà aumentare il proprio stipendio netto senza costi ulteriori per l’azienda perché il lordo non subirà aumenti.
“Daremo la possibilità alle imprese di erogare un premio ai dipendenti – ha dichiarato Federico Freni, il sottosegretario all’Economia – esente da tassazione fino a 3.000 euro. Le imprese potranno così aiutare i dipendenti a fronteggiare il rincaro del costo della vita senza l’interposizione di un cuneo fiscale e senza cristallizzare aumenti salariali che potrebbero risultare insostenibili.“
fonte catania.liveuniversity.it