Non è la prima volta che il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ne parla. Lo aveva già fatto nel discorso alle Camere con cui aveva chiesto la fiducia. Meloni aveva parlato di un nuovo «patto fiscale», basato su alcuni pilastri, uno dei quali è, aveva spiegato, «la riforma dell’Irpef con progressiva introduzione del quoziente familiare». Di cosa si tratta è noto e, per l’Italia, sarebbe un cambiamento radicale. Si passerebbe dal reddito personale al reddito dell’intero nucleo familiare.
In pratica tutti i guadagni dei componenti il nucleo si sommerebbero e poi si dividerebbero per dei “coefficienti” che tengono conto di quante persone devono vivere facendo conto su quel reddito. Il primo esperimento di questo nuovo sistema, ha fatto capolino nel decreto Aiuti-quater, tra le norme per l’accesso al nuovo superbonus per le case unifamiliari. «Abbiamo introdotto», ha detto Meloni, «un principio sui redditi medio bassi che saranno calcolati non in base al tradizionale Isee ma in base alla composizione del nucleo familiare, in questa norma», ha aggiunto, «c’è un primo accenno di quoziente familiare».
“L’introduzione del quoziente familiare per le imposte annunciato dal governo Meloni porterà un recupero medio dì mille annuali per ogni famiglia ed è un fatto assolutamente positivo per la nostra economia e per i nuclei più numerosi”. Lo afferma il vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi. Il governo Meloni pone rimedio a un’ingiustizia durata per decenni consentendo alle nostre famiglie dì recuperare reddito. L’attuale definizione Isee – dice Antoniozzi – penalizza soprattutto i nuclei familiari più corposi con una suddivisione ingiusta. Sì tratta di un altro provvedimento che va sulla giusta strada per un incremento reddituale rivolto alle fasce medio basse che compie un atto di vera e propria giustizia sociale