“La repressione dei crimini contro le donne deve essere associata alla prevenzione. I violenti, gli assassini, sono da fermare prima che compiano i loro crimini”. Lo ha detto Mara Carfagna, deputata e presidente di Azione, intervenendo a Terzigno a un evento organizzato per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, nel quale ha ricordato il femminicidio nel 2015, proprio a Terzigno, di Vincenza Avino.

“Ho scelto di celebrare questa giornata a Terzigno nel ricordo di Enza, una donna giovane, solare, coraggiosa, che aveva provato a liberarsi da un amore violento denunciando venti volte l’uomo che diceva di amarla e che invece l’ha uccisa. La sua storia non è solo l’emblema della piaga dei femminicidi ma anche un potente richiamo ai doveri dello Stato, della pubblica sicurezza, della magistratura. Il dovere di proteggere le donne dai loro persecutori, di fermare i violenti prima che uccidano o aggrediscano, di dare uno scudo non solo alle donne, ma anche ai loro figli, il dovere di applicare le leggi con severità e rigore, senza trascurare o sottovalutare alcun dettaglio”.
Le nuove leggi
“Di buone norme ne abbiamo scritte tante negli ultimi anni – ha proseguito – ma evidentemente ancora non basta. Per questo insieme alle ministre del precedente governo abbiamo proposto un anno fa, e riportato in Parlamento nelle scorse settimane, un pacchetto di misure che prevedono il fermo dei violenti ogni volta che l’autorità pubblica veda un concreto rischio per l’incolumità delle donne, l’obbligo di arrestare chi viola i divieti di avvicinamento, l’ampliamento dell’uso del braccialetto elettronico, con il carcere o i domiciliari per chi lo rifiuta o lo manomette. A tutte le forze politiche chiedo di lavorare insieme perché queste misure vengano approvate quanto prima. Non sono norme di destra, di sinistra o di centro – ha concluso Carfagna – ma norme di civiltà che possono salvare la vita a molte donne”.