A Palazzo Chigi si è svolto un vertice di governo a cui hanno partecipato il premier Giorgia Meloni con esponenti del governo e i capigruppo di maggioranza. Al centro dell’incontro la manovra. Come anticipato da Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario per l’attuazione del programma, si è affrontato “il tema della tempistica e dei contenuti: le cifre sono quelle già previste dalla Nadef, ora bisogna andare avanti”. Per la manovra il governo potrebbe mettere sul piatto circa 30-32 miliardi. Previsto un nocciolo duro di misure destinate a tutelare famiglie e imprese dal caro-energia, che potrebbero assorbire fino a 21 miliardi. E poi un corollario fatto di interventi di diversa natura. Si va dalle pensioni, con la necessità di superare la legge Fornero; al fisco, con la flat tax in una doppia versione ma solo per gli autonomi; fino ai sostegni alla natalità.
Nel confronto all’interno della maggioranza emerge che si andrà verso lo stop allo scudo fiscale per il rientro dei capitali dall’estero. Ma, secondo quanto si apprende, la misura non dovrebbe essere inserita nella manovra. L’intenzione sarebbe quella di avviare successivamente una riflessione sugli strumenti per far emergere i capitali non dichiarati. Il tetto al contante dal primo gennaio sale da 2mila a 5mila euro. Tra le ipotesi c’è anche la cedolare secca per gli affitti dei locali commerciali.
Bollette
Alla voce energia saranno destinati i due terzi delle risorse, partendo dalla base dei 21 miliardi in deficit. Allo studio c’è un “mix di aiuti”, spiega il sottosegretario all’economia Federico Freni, per coprire i primi tre mesi del 2023: in parte confermando lo sconto benzina, il bonus sociale ed i crediti di imposta, in parte pensando a ristori specifici per alcuni settori. Allo studio anche un fondo unico di supporto al fabbisogno energetico, da gestire con aiuti selettivi.
Pensioni
Nel provvedimento ci sarà invece il pacchetto relativo alla cosiddetta tregua fiscale. Sulle pensioni, per evitare il ritorno della legge Fornero, la soluzione ponte per il 2023 dovrebbe essere una combinazione fra 41 anni di contributi e 61 o 62 di età. Le risorse arrivano dalla stretta sul Reddito di cittadinanza (l’ipotesi, tre anni in tutto, con l’assegno intero assicurato solo per 18 mesi). Sul cuneo la manovra dovrebbe limitarsi a replicare il taglio di 2 punti introdotto dal governo Draghi, per un costo di 3,5 miliardi.
Il governo inoltre starebbe lavorando ad una serie di misure in favore della famiglia, in particolare della natalità. Si pensa a un raddoppio da 100 a 200 euro della maggiorazione forfettaria dell’assegno unico universale per i nuclei familiari con quattro o più figli e 100 euro in più per i nuclei familiari con figli gemelli, fino al compimento del terzo anno di età. Sono alcune delle proposte che del Ministero della Famiglia, guidato da Eugenia Roccella. La maggiorazione avverrebbe a decorrere dal 2023.