Il presidente del Pompei Lab Rossella Scarico è intervenuta ai nostri microfoni. I giovani al centro del loro progetto. Il senso di responsabilità è il comune denominatore della nostra associazione.

Cosa ti ha spinto a sposare questo progetto?

L’associazione nasce dalla fusione di altre due associazioni “fuoco a Babilonia” e “Catello Cesarano” ed avevamo come scopo uno slogan “un’idea fatta materia”, le mie compagne ed i miei compagni di avventura hanno cominciato a rivalutare la struttura nel 2005, io sono arrivata alla fine del 2007.

Appassionata di cultura underground e di paesaggi post-industrial, la vista di questo luogo è stato amore a prima vista, ancora di più perché dall’ex cartiera, dove mio padre lavorava, fin da piccola lo guardavo affascinata.

Il progetto è quindi la rivalutazione di questo luogo, altrimenti abbandonato, e l’aggregazione di persone, perlopiù giovani, attraverso l’arte, la cultura, la musica.

Il Pompei Lab è un centro di aggregazione socio culturale. Per te la parola aggregazione cosa rappresenta?

Come appunto dicevo sopra, l’aggregazione avviene sempre attraverso forme d’arte, anche le più disparate. E soprattutto ci piace offrire servizi che siano a disposizione della cittadinanza. Alcuni completamente gratuiti e utili come lo sportello psicologico e quello legale. Durante le attività e le ore passate insieme si instaurano sempre rapporti destinati a durare oltre il semplice momento ludico e di questo siamo molto soddisfatti.

Qual è il  tuo scopo in qualità di presidente? Quali sono gli obiettivi che vorresti raggiungere?

Lo scopo principale mio e del Consiglio direttivo è quello di offrire qualcosa di utile ed innovativo alle nostre socie ed ai nostri soci. Abbiamo avuto il rinnovo del comodato d’uso gratuito per altri cinque anni da parte del comune di Pompei ed è stato per noi un altro traguardo importante raggiunto.

Abbiamo partecipato come direzione artistica al Pompei Street Festival portando in piazzale Schettini migliaia di persone. Abbiamo partecipato ai Vulcanalia dando la possibilità ad alcuni giovani under 35 di realizzare un progetto musicale all’Inter della nostra struttura.
Siamo tra le associazioni in prima libera per la costituzione del Presidio “Libera contro le mafie” di Pompei ed in prima linea con le associazioni LGBT per i diritti di tutti. Insomma siamo soddisfatti del nostro operato ma saremo molto felici di avere nel nostro organico delle ragazze e dei ragazzi con i quali portare avanti nuovi progetti.
Nei giovani risuona molto spesso la parola deresponsabilizzazione. Il Pompei Lab potrebbe essere il centro giusto, per accrescere quel senso di responsabilità tra le generazioni che si stanno formando?

Credo fortemente che frequentare un’associazione, organizzare eventi, partecipare attivamente a lotte per i diritti fondamentali accresca il senso di responsabilità delle persone.
Il mio invito è quindi rivolto a tutti coloro che, avendo un po’ di tempo libero, vogliano aiutarci a dare sempre il meglio, come associazione e come cura del luogo. Ricordiamoci che come volontari ci occupiamo quotidianamente di 2000 metri quadri di spazi e qualsiasi tipo di aiuto sia fisico che logistico è sempre auspicabile.

In Italia il tasso di disoccupazione stenta a decollare. Il Pompei Lab potrebbe in ottica futura collaborare con i centro dell’impiego, per aiutare a decrementare questo fenomeno?
Questa sarebbe una bella idea per il futuro. Rimaniamo comunque neutrali nei confronti delle politiche soprattutto locali. Intendo come qualsiasi tipo di favoritismo, che non ci appartiene.