Droga, estorsioni a imprenditori e tentati omicidi nel Salernitano verso chi si rifiutava di pagare. Ventiquattro persone sono finite in carcere e uno ai domiciliari, appartantenti ai clan camorristici Fezza-De Vivo di Pagani e Giugliano di Poggiomarino, indagati a vario titolo per associazione a delinquere di stampo mafioso e semplice, tentato omicidio, traffico di droga, estorsione, porto e detenzione illegali di armi, illecita concorrenza con minaccia o violenza, autoriciclaggio. Polizia, Carabinieri e uomini della Guardia di Finanza stanno eseguendo da questa mattina all’alba ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip di Salerno su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.

Tra le misure anche il sequestro preventivo di circa un milione di euro,l’attivazione di un ordine di indagine europeo attraverso il canale Eurojust allo scopo di individuare asset localizzati in Spagna e riconducibili agli indagati (5 aziende attive nei settori commercio e noleggio autoveicoli, pasticceria e pane, import-export nel tessile e commercio all’ingrosso di frutta e ortaggi) e il ‘congelamento’ di 15 aziende in Italia (bar, rifiuti, prodotti alimentari, imprese).

Al centro dell’inchiesta la ‘confederazione’ fra i due clan nel 2020 per aumentare la propria forza criminale e determinare un’inversione di rotta nella gesitone del mercato della droga attraverso il cosidetto ‘Sistema’: quell’anno il clan Fezza-De Vivo si rende conto dell’estrema pericolosià di gestire contemporaneamente la fornitura e la logistica di 10 diverse piazze spaccio fra Pagani e Nocera Inferiore e decide di garantire maggiore autonomia ai gestori delle piazze, che da qual momento avrebbero deciso liberamente dove e come acquistare le partite di stupefacenti, in cambio di una ‘tassa’ mensile da versare a favore del clan.