«Raffaele Arcella era un ragazzo di 29 anni, originario di Caivano che aveva deciso di sottoporsi ad un intervento di bypass gastrico per risolvere i suoi problemi di sovrappeso. La famiglia ci ha contattato per denunciare la tragedia accaduta. Dopo due interventi alla clinica Trusso di Ottaviano, tra atroci sofferenze, Raffaele è stato trasportato al Policlinico di Napoli in condizioni gravissime. L’arteria, retrostante lo stomaco, era stata lesionata e il ragazzo, come ci hanno spiegato i familiari, era in una condizione di grave insufficienza polmonare. I parenti ci hanno raccontato che i medici del Policlinico nulla hanno potuto per salvare la vita al giovane Raffaele. L’equipe ha tentato un ultimo intervento, ma dopo due giorni di agonia il giovane si è spento. Da quasi un anno i familiari chiedono giustizia e questa loro denuncia continua a restare inascoltata. Nonostante un’autopsia che indicherebbe una strada precisa, le indagini sono ancora aperte e la famiglia non riesce a trovare pace né spiegazione ad una sofferenza così lunga. È assurdo che nel 2020 si possa ancora morire per un’operazione di bypass gastrico. Chi ha sbagliato deve pagare al più presto. Chi, se lo confermerà la giustizia, ha strappato un giovane alla propria famiglia non può continuare ad esercitare questa professione senza conseguenze». Queste le parole di Francesco Emilio Borrelli, Consigliere Regionale dei Verdi e membro della commissione Sanità.

«Trovo vergognoso che a quasi un anno dalla scomparsa di Raffaele non sia ancora iniziato un processo a carico dei presunti responsabili – prosegue il consigliere – i tempi della giustizia devono essere più rapidi, per dare risposta alle grandi sofferenze dei cittadini. La giustizia non può trasformarsi in un girone dantesco in cui scontare il dolore di una perdita così grande».