«Purtroppo il Coronavirus non vuole abbandonare Somma Vesuviana. Oggi registriamo un nuovo caso di contagio», con queste parole di rammarico, il sindaco di Somma Vesuviana, Salvatore Di Sarno, stila il bilancio dei contagiati in citta: 26 casi dall’inizio della pandemia, di cui 12 positivi attuali, 2 decessi e 12 guariti. «Ai cittadini chiedo di evitare gli assembramenti e rispettare le norme vigenti sul distanziamento». ribadisce Di Sarno nella giornata che ha visto la protesta dei commercianti, in ginocchio per la grave crisi economica conseguenza del lungo lockdown per contenere la diffusione del Coronavirus. «In questo momento sono al fianco dei commercianti, degli imprenditori, di tutti coloro in quali non possono riaprire, di tutti coloro i quali non hanno riaperto. Stiamo lavorando al bilancio – ha continuato Di Sarno – e farò di tutto affinché possano esserci provvedimenti importanti come la cancellazione delle imposte comunali per il periodo di chiusura delle attività. Profondo apprezzamento per la nota diramata poco fa da Anci Campania che ha chiesto riaperture dal 18 maggio per barbieri, parrucchieri ed estetiste. Un fronte sul quale mi sono impegnato in prima persona. In seguito a due incontri con i commercianti, di cui uno alla presenza dell’on. Gianfranco Di Sarno, dopo aver raccolto numerose istanze, insieme all’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e alla Cna (Confederazione Nazionale Artigiani) e sentiti i rappresentanti delle attività locali, abbiamo proposto al Presidente Vincenzo De Luca di valutare la richiesta, affinché barbieri, parrucchieri ed estetisti possano tornare operativi già dal 18 maggio, in anticipo, quindi, rispetto alla data indicata dal Dpcm del 26 aprile 2020. Mi auguro che tale richiesta possa essere accolta, per stare vicino alle categorie che vivono un forte stato di disagio, a causa della chiusura. E spero che quanto prima si possa fare chiarezza anche in merito ai bar, ristoranti e pizzerie».

A Somma Vesuviana sono in molti gli esercenti che non hanno riaperto perché, con le norme di prevenzione del virus, il costo delle attività è diventato insostenibile. «Saracinesche abbassate, vetrine chiuse e fuori il manifesto a lutto. Questa è la nostra protesta. Ben 155 negozi a Somma Vesuviana hanno aperto ma hanno richiuso perché non conviene ed hanno affisso un manifesto a lutto – spiega Carmine Carotenuto, commerciante, coordinatore sezione Somma Vesuviana dell’associazione nazionale Orgoglio Partita Iva – e rischiamo davvero di non riaprire più. Molti stanno pensando di rimettere la partita Iva. Chiediamo norme chiare. Ad esempio per i bar si potrebbe dare la possibilità di far accedere un cliente alla volta. L’asporto non conviene. Nei 155 noi abbiamo anche i barbieri che con forza stanno chiedendo di controllare su eventuale rischio che possa esserci il fenomeno di abusivi il quale potrebbe rappresentare anche un rischio per la salute umana. Sul piano fiscale chiediamo la cancellazione delle imposte comunali e nazionali per i mesi di chiusura, investimenti a fondo perduto e non prestiti, lo sblocco della cassa integrazione ed il bonus di 600 euro per tutti».