Dopo l’arresto avvenuto il 7 agosto ad opera dei militari appartenenti al nucleo investigativo del comando di Torre Annunziata, con l’accusa di detenzione di arma clandestina calibro 9×21 e colpo in canna pronta all’uso, il Tribunale del Riesame di Napoli ha totalmente ribaltato l’ordinanza emessa il 10 agosto dal Gip. Accolta sotto ogni aspetto la tesi sostenuta dal difensore di Gennaro Antille, l’avvocato. Antonio Iorio del foro di Torre Annunziata, secondo cui non poteva ritenersi riconducibile l’arma sequestrata all’imputato. Dunque, l’uomo ritenuto vicino al clan Gionta non ha alcuna misura cautelare.

In sostanza la difesa di Antille ha dimostrato – attraverso il deposito di numerose fotografie effettuate dalla difesa ed attestanti lo stato dei luoghi nonché il preciso punto di ritrovo dell’arma – che non corrisponde al vero quanto assunto dai militari appartenenti al comando dei carabinieri di Torre Annunziata: in pratica secondo l’avvocato Iorio (e il Tribunale ne ha condivido l’impostazione difensiva), l’arma sequestrata non vi è indizio grave che sia di Antille, nonostante sia stata trovata nel cortile di casa sua e nonostante fosse nascosta in un muro posto di fronte alla sua abitazione di via Cuparella a Torre Annunziata. Questo perché il cortile, sebbene adiacente all’abitazione dell’indagato, è potenzialmente – si vede dalle foto depositare dalla difesa – accessibile anche a terzi soggetti.