Caccia alla pensione anticipata. Terminata la possibilità di uscire dal lavoro con la Quota 100, il trattamento pensionistico per il quale sono richiesti 62 anni di età e 38 anni di contributi, i lavoratori sono alla ricerca di un’uscita con requisiti simili a quelli richiesti ai “quotacentisti”. Tralasciando, per ora, le proposte avanzate relative ai trattamenti che dovrebbero sostituire la Quota 100, laleggepertutti.it si sofferma su una prestazione pensionistica già operativa da tempo: si tratta della pensione anticipata contributiva, che si ottiene con un minimo di 64 anni di età, 20 anni di contributi ed un importo almeno pari a 2,8 volte l’assegno sociale.
I conti
Ma con la pensione a 64 anni quanto si perde? È la domanda che molti lavoratori si pongono, dal momento che questa possibilità di pensionamento, sinora poco conosciuta, è aperta a chi possiede una contribuzione accreditata prima del 1996 solo tramite computo presso la gestione Separata Inps.
Il computo è una misura che consente di far confluire, gratuitamente, tutti i contributi accreditati presso le casse amministrate dall’Inps verso la gestione Separata. Solo attraverso il computo coloro che risultano in possesso di contribuzione al 31 dicembre 1995 possono ottenere le pensioni agevolate riservate ai cosiddetti “contributivi puri”, cioè ai lavoratori che, non risultando con accrediti anteriori al 1996, sono assoggettati al calcolo interamente contributivo della pensione.
Niente da fare, invece, per chi si limita all’opzione contributiva, senza trasferire i contributi verso la gestione Separata attraverso il computo: il semplice ricalcolo contributivo del trattamento non comporta il diritto alle pensioni agevolate.

Quali sono le pensioni agevolate contributive?
I trattamenti pensionistici agevolati dedicati ai lavoratori privi di contribuzione anteriore al 1996, o iscritti presso la gestione Separata, sono:
– la pensione anticipata contributiva, che si ottiene con 64 anni di età, 20 anni di contributi (deve trattarsi di versamenti effettivi, non conta la contribuzione figurativa). Un assegno minimo pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale (cioè almeno pari a 1.288,78 euro per l’anno 2021);
– la pensione di vecchiaia contributiva, che si ottiene con un minimo di 71 anni di età e 5 anni di contributi.

Quali requisiti per il computo?
Non tutti coloro che possiedono contribuzione accreditata prima del 1996 possono aderire al computo presso la gestione Separata. È infatti necessario possedere:
– almeno 15 anni di contributi complessivi, di cui almeno 5 anni accreditati dal 1996 in poi;
– un contributo ma meno di 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995;
– un mese di contributi presso la gestione Separata.
Il computo interessa i soli contributi Inps, non i versamenti effettuati alle casse professionali.

Quanto si perde con la pensione anticipata a 64 anni?
Avvalersi del pensionamento anticipato a 64 anni non comporta alcuna penalizzazione per chi non possiede contributi accreditati prima del 1996. In quanto già assoggettato al calcolo contributivo della pensione. Tuttavia, per questi lavoratori andare in pensione prima significa:
– versare meno contributi, di conseguenza avere un montante contributivo (la somma dei contributi rivalutati, accreditati nell’estratto conto Inps del lavoratore) più basso;
– beneficiare di un coefficiente di trasformazione più basso, in quanto collegato all’età al momento del pensionamento. Questo valore trasforma, in pratica, il montante contributivo in pensione ed aumenta al crescere dell’età del pensionato.