Era il 26 marzo dello scorso anno quando Salvatore Brancaccio, capostazione dell’Ente Autonomo Volturno di 41 anni, originario di Torre del Greco ( Napoli), perdeva la vita in via Vicinale Ravioncello a Napoli. I fatti nello snodo ferroviario di via Botteghelle, mentre si trovava al lavoro, investito da un furgone. I freni non erano forse correttamente inseriti. Brancaccio, stando alla ricostruzione fatta successivamente, costretto a lasciare l’ufficio dove si trovava per favorire un’attività di sanificazione. Qui notò che il furgone fermato all’esterno stava prendendo velocità. Nel tentativo di fermarne la corsa per evitare conseguenze drammatiche, finì travolto rimanendo schiacciato.

A quasi un anno dall’incidente il pubblico ministeroMario Canale ha chiesto il rinvio a giudizio dell’autista del mezzo. Per l’accusa, R.E. (queste le iniziali dell’autista) avrebbe dimenticato di inserire correttamente il freno a mano del camioncino. Prima di lasciare il veicolo in sosta, non avrebbe adottato le cautele imposte dal codice della strada. Intanto gli avvocati, Marco Bello e Dario Cuomo, incaricati dalla famiglia di Salvatore Brancaccio, hanno chiesto ai giudici di verificare se la ditta di pulizia e l’Eav abbiano rispettato tutte le regole previste in materia di sicurezza sul luogo di lavoro e se era lecito l’intervento di sanificazione eseguito durante l’orario di servizio e alla presenza dei dipendenti.