L’attacco russo all’Ucraina spinge in alto i prezzi di petrolio e gas. E il costo della benzina alla pompa prosegue la sua corsa. Le quotazioni non sono mai state così alte dal 2012 e i recenti rincari del greggio si tradurranno in una stangata da diverse centinaia di euro l’anno a famiglia. Oggi il petrolio, dopo i primi colpi sparati nella notte dalle truppe russe contro l’Ucraina, è salito sui mercati europei sopra i 100 dollari, a quota 104 (+7,5%), per la prima volta dal 2014. Fra gli analisti c’è chi si spinge a prevedere nuove impennate, anche fino a 120-130 dollari al barile. Anche se ipotizzare in questo momento quale potrà essere il rialzo, prima di capire quale potrà essere lo sviluppo della crisi innescata dall’invasione russa dell’Ucraina, è molto difficile.

Gli aumenti del barile comunque inevitabilmente si scaricheranno anche sul prezzo pagato dagli automobilisti per la benzina alla pompa. Anche se c’è da tenere conto che sulle quotazioni del carburante, oltre al costo della materia prima, incidono le spese di raffinazione, trasporto e distribuzione (e ovviamente le tasse, che in Italia sono fra le più alte).