Discriminata, o comunque non sostenuta, perché malata. Questo è quanto denunciano i genitori di una ragazza appena maggiorenne che frequenta il quinto anno di Liceo Classico al Diaz di Ottaviano. Così mamma e papà hanno deciso di querelare il preside Sebastiano Pesce. L’istanza presentata presso la Compagnia della Guardia di Finanza di Scafati è per omissione di atti d’ufficio «nonché per altri reati che possono essere ravvisati». Una vicenda che nasce da una malattia rara da cui Laura (il nome è di fantasia ndr), è affetta. Si chiama “sindrome da sensibilità chimica multipla”, un disturbo cronico, reattivo all’esposizione a sostanze chimiche, a livelli inferiori rispetto a quelli generalmente tollerati da altri individui, e in assenza di test funzionali in grado di spiegare segni e sintomi.
La sindrome
In sostanza, ogni profumo o cosmetico, detergente o detersivo potrebbe scatenare uno choc anafilattico per l’alunna. «Una condizione – si spiega nella denuncia – che è precipitata con il Covid». L’utilizzo smodato di gel igienizzanti, di prodotti per la sanificazione e per la pulizia, complicano ulteriormente le cose. Esponendo di fatto la ragazza a continue situazioni di pericolo.
Dopo il Covid
Dunque, con il ritorno tra i banchi per tutti, Laura è rimasta costretta però a restare in Dad così come previsto dai protocolli in merito. Ma nella querela presentata dai genitori per conto della figlia è referito che l’alunna sarebbe «risultata spesso discriminata rispetto alle normali attività didattiche». Insomma, l’esame di Stato è ormai alle porte e questa situazione può causare problemi di non poco conto alla ragazza. Sta di fatto che eccelle in alcune materie, mentre in altre trova invece importanti difficoltà in virtù della comunicazione molto complicata attraverso la Dad.

In tal senso papà e mamma si sono attivati già da mesi per cercare di risolvere le problematiche, scrivendo proprio al già citato preside. Tuttavia non hanno ricevuto – almeno così come da denuncia – alcuna risposta, né l’attivazione di un percorso che possa consentire all’allieva di essere trattata parimenti ai compagni di classe.
Le diffide
Sotto questo aspetto c’è una prima diffida inviata con Pec il 15 febbraio 2022: «Visto il precipitare della situazione ovvero la condotta discriminatoria posta in essere da alcuni docenti nei confronti dell’alunna, all’epoca dei fatti ancora minore, gli esponenti inviavano comunicazione a mezzo Pec con la quale diffidavano la direzione dal far cessare dette condotte e di provvedere all’adozione di ogni cautela necessaria per l’attiva partecipazione alla vita scolastica dell’alunna». E ancora, come sempre riportato nel verbale delle Fiamme Gialle: «In data 28/02/2002, con ulteriore comunicazione a mezzo Pec, gli esponenti a mezzo del proprio legale, diffidavano il dirigente scolastico ad adottare le misure necessarie per la tutela e la salute e del diritto allo studio dell’alunna. In ogni caso a diffidare i docenti che ponevano in essere le dette condotte discriminatorie».

Insomma, a tutto ciò non sarebbe arrivata alcuna risposta, lasciando l’alunna da sola ed in una sorta di limbo generando in lei un grave disagio psicologico. E per i genitori l’unica soluzione plausibile è stata quella della denuncia-querela nei confronti del preside Pesce.