Dalle profondita’ del dark web e’ di nuovo spuntato uno dei video privati di Tiziana Cantone, la 31enne di Mugnano che il 13 settembre del 2016 fu trovata impiccata a casa della zia. Aveva una pashmina legata ad un attrezzo ginnico. La morte della ragazza, preceduta dalla diffusione in rete di alcuni suoi filmati intimi, finì inizialmente classificata come suicidio. Ma nel gennaio 2021 la Procura di Napoli Nord ha aperto un fascicolo per omicidio volontario sulla base di alcune prove presentate dai legali di Teresa Giglio, madre di Tiziana. La Giglio, oltre a battersi per veder riaprire le indagini sulla morte della figlia, ha sfidato i grandi colossi del web. Riuscendo così ad ottenere la rimozione dei video della 31enne. Con l’aiuto dell’Emme Team, team americano di avvocati e consulenti, ne ha ottenuto nei mesi scorsi la rimozione. Ma evidentemente qualcosa e’ rimasto.
La frase
Forse ripescato dal deep e dark web, uno dei video e’ cosi’ finito in rete, accompagnato peraltro da una vergognosa frase di presentazione. I tecnici della Emme Team hanno quindi avviato le ricerche e rintracciato il sito statunitense dove era finito caricato. Scoprendo che a pubblicarlo sarebbe una societa’ tedesca gestita da una donna. Così è partita la richiesta di rimozione per garantire a Tiziana quel diritto all’oblio piu’ volte invocato dalla madre. Ma non ancora pienamente realizzato. L’altro binario su cui la vicenda di Tiziana si muove da sei anni riguarda le inchieste sulla sua morte. Dopo l’archiviazione della prima indagine per istigazione al suicidio, la Procura ne ha avviato un’altra per omicidio volontario, e per capire cosa sia successo alla 31enne. Ne ha fatto riesumare la salma per sottoporla a quell’autopsia mai effettuata dopo il rinvenimento del cadavere.