Per ricevere 100 euro di pensione in più bisogna continuare a lavorare per almeno un paio di anni. È importante saperlo, specialmente se si sta ragionando sulla possibilità di andare in pensione a breve. Continuando a lavorare, infatti, si beneficia di un aumento della pensione, d’importo variabile a seconda del reddito percepito. Nel migliore dei casi può essere di tre cifre.

Tutto dipende dal funzionamento del sistema di calcolo contributivo, che si applica per i periodi contributivi successivi all’1 gennaio 1996, il quale premia coloro che ritardano l’accesso alla pensione. Nel dettaglio, con il sistema contributivo la pensione è calcolata moltiplicando il cosiddetto montante contributivo. Ossia l’insieme dei contributi versati dal lavoratore, per il coefficiente di trasformazione. Tanto più vantaggioso quanto più si ritarda il collocamento in quiescenza.

Visto il funzionamento di tale sistema, è ovvio che per aumentare l’importo della pensione bisogna intervenire o sul montante contributivo o sul coefficiente di trasformazione, o persino su entrambi se possibile. È il caso, ad esempio, di chi decide di continuare a lavorare per un altro anno, ritardando di 12 mesi l’accesso alla pensione.
Come avere una pensione più alta con il sistema contributivo
Come visto sopra, per trasformare il montante contributivo in pensione viene applicato un certo coefficiente che varia a seconda dell’età del pensionamento. Secondo il principio per cui tanto più si ritarda l’accesso quanto più vengono valorizzati i contributi versati.
Quanto si guadagna di pensione per ogni anno di lavoro
Ritardando l’accesso alla pensione e continuando a lavorare per il tempo che vi separa dal pensionamento avrete diritto a una pensione più elevata. Nel dettaglio, per capire quanto un anno in più di lavoro aumenta la pensione bisogna guardare non solo al coefficiente di trasformazione ma anche agli effetti positivi per il montante contributivo.

A tal proposito, per rispondere alla domanda su quanto si guadagna di pensione per ogni anno di lavoro in più basta sapere che sul reddito percepito dall’attività lavorativa si versa, nel caso del lavoro subordinato, il 33% di contributi.

fonte money.it