A due giorni dalla querela presentata al tribunale di Salerno dall’avvocato incaricato da cinque turisti belgi, che hanno denunciato prima di essere oggetto di frasi razziste e poi aggrediti da cinque persone all’interno di un parcheggio di Positano, nella quale in particolare una di loro avrebbe subito ferite giudicate guaribili in sette giorni, arriva la replicata della ditta Mandara, responsabile dell’area di sosta, che tramite l’avvocato Agostino Amendola «si vede costretta ad offrire le opportune precisazioni a seguito delle sorprendenti notizie apparse con le quale si da conto di una inverosimile aggressione a sfondo razzista a danno di malcapitati turisti stranieri e perpetrata dai dipendenti della società, che sarebbero ricorsi anche alle vie di fatto procurando loro lesioni personali».
Per il legale «l’arbitraria e unilaterale ricostruzione dei fatti contrasta con quanto realmente accaduto e tanto impone di replicare con fermezza alle infamanti accuse di razzismo rivolte gratuitamente alla mia assistita. L’avvocato Amendola spiega come »un gruppo di turisti di nazionalità belga, alcuni dei quali di origine orientale, avendo necessità di custodire i loro veicoli per la durata di un’escursione nella nostra bella cittadina, decidevano di avvalersi dei servizi della ditta Mandara esercente la nota attività di parcheggio nel centro di Positano le cui tariffe, come è noto, sono esposte in modo chiaro e visibile sia all’interno che all’esterno dell’immobile».
La ricostruzione
«Al momento del ritiro dei veicoli – è la ricostruzione fornita dal legale – il personale addetto alla cassa, comunicato il corrispettivo per la custodia, con grande stupore si vedeva contestare immotivatamente dai cinque turisti il prezzo richiesto i quali, erroneamente convinti di essere rimasti vittima di un raggiro, non mancavano, dopo aver pagato, di rivolgere loro l’epiteto di ‘ladrì. Ancora, con fare provocatorio e indisponente e con il chiaro intento di intralciare l’uscita e l’ingresso in garage degli altri veicoli, i cosiddetti turisti decidevano arbitrariamente di stazionare sulla rampa di accesso in attesa della restituzione dei loro veicoli nonostante fossero invitati a spostarsi in un altro luogo.
All’ennesimo invito dell’addetto al garage di liberare la rampa, rivolto loro dapprima in lingua italiana e poi in quella inglese, il gruppo dei cinque turisti, che si era espresso in precedenza presso la cassa appunto in lingua inglese, faceva intendere di non capire quanto fosse loro riferito perché capace di comprendere solo la lingua francese. Anzi, occupando sempre la rampa, pretendevano in quanto turisti belgi di lingua francese che ci si rivolgesse loro in tale idioma». «L’atteggiamento provocatorio e di sfida assunto dai cinque – aggiunge il legale – sfociava in un’accesa discussione al culmine della quale un dipendente della ditta mia assistita era raggiunto da un violento colpo, tanto da dover ricorrere alle cure del pronto soccorso».