È l’effetto della guerra sui commercianti italiani. Il caro energia che si fa sentire sotto forma di fatture da pagare, luce e gas che in alcuni casi superano il 600%, aumenti capaci di far schizzare una bolletta della luce da 2mila a 25mila euro. Veri e propri salassi che mettono in ginocchio qualunque attività produttiva e ancora di più i piccoli negozianti titolari di panifici, ristoranti, supermercati, macellerie, etc che ora sono preoccupati per l’autunno che lo stesso premier Mario Draghi ha definito “complesso” a causa della prevista flessione dell’economia.
L’hotel a Roma: «I rincari di gas e luce portano via quasi il 15% degli incassi»
«È come se pagassimo un secondo affitto: calcolando la media dei nuovi aumenti, spenderò in consumi fino al 15% degli incassi. In queste condizioni, l’unica soluzione è vendere».
Francesco Gatti è il titolare di due alberghi nel cuore della Capitale: The Building di via Montebello e The Code di via Sistina. Dopo il primo trimestre con incassi positivi, è arrivata la stangata delle bollette con i prezzi sui consumi, in alcuni casi, triplicati: per la luce, l’ultimo bollettino segnava 17.398 euro. Contro i 5.400 dello stesso periodo dell’anno precedente. Bollette altissime a cui si sommano i costi di gestione.
La sala eventi a Messina: «Devo versare somme che non guadagno. Finirò per chiudere»
L’Antica Filanda è una sala ricevimenti nel cuore della provincia di Messina. Una struttura ricettiva gestita da Nunzio Campisi, che si è unito al coro di segnalazioni social dopo aver ricevuto una bolletta da 21mila euro a luglio 2022.
«Sono cifre spropositate che io non guadagno, le proiezioni dei prossimi mesi dicono che potrei arrivare a pagare in tutto quasi 280mila euro di bollette. Per me vorrebbe dire chiudere. Io ho 8 soci e 22 dipendenti, come faccio?» afferma Campisi. La sua struttura a luglio 2020 ha pagato 5.195 euro di forniture elettriche, un rincaro ben oltre il 300%. Una mensilità addirittura tre volte superiore al conguaglio novembre 2020 – luglio 2021, da 7.858 euro, che l’imprenditore siculo aveva pagato lo scorso anno.
«La mia difficoltà non è solo nel dover affrontare questo rincaro dell’energia, ma anche nel reperire materie prime, come il pesce fresco visto che i costi delle materie prime sono aumentati tra il 30 e il 150%. Dovrei tagliare circa 12 dipendenti del personale, non vorrei».