Diciamolo subito: non si tratta di un vero e proprio bonus, ma è comunque una delle carte messe in campo dal governo Draghi per cercare di contrastare gli effetti del caro energia sugli italiani. Stiamo parlando di un contributo di 600 euro per pagare le bollette di acqua, luce e gas. Vediamo di cosa si tratta. Come dicevamo, non si tratta di un vero bonus ma di fringe benefit: quei benefit, cioè, che fanno parte del welfare aziendale e che le aziende non erogano ai dipendenti sotto forma di denaro ma con beni e servizi. L’articolo 12 del decreto legge n. 115/2022, cioè il decreto Aiuti bis, ha portato a 600 euro la soglia di esenzione per i fringe benefit.
In cosa consiste il benefit
Tra i fringe benefit, il governo ha introdotto anche la possibilità per le aziende di aiutare i propri dipendenti nel pagamento delle bollette di acqua, luce e gas. Ha anche elevato l’importo massimo dei fringe benefit, che sono esentasse, da 258,23 euro a 600 euro. Le aziende, quindi, potranno proporre tra i propri benefit anche la possibilità per i dipendenti di pagare o farsi rimborsare le utenze. Secondo La Repubblica, nei calcoli del governo questa misura vale 81,9 milioni di euro. È l’articolo 51 comma 3 del Tuir, il Testo unico delle imposte sui redditi, a stabilire che le somme versate dal datore di lavoro ai dipendenti sono esentate dal pagamento di contributi sociali e imposte se rimangono sotto il tetto di 258,23 euro (in quanto, appunto, considerate fringe benefit).

Il governo Draghi, attraverso il decreto Aiuti bis, ha previsto che questo tetto per il 2022 venga elevato a 600 euro e le somme vengano erogate in modo semplice e diretto come “rimborsi da parte del datore di lavoro per il pagamento delle bollette di acqua, luce e gas”. I lavoratori possono usare queste somme solo in ambiti specifici: in questo caso, nel decreto si parla appunto di “rimborsi per il pagamento delle utenze domestiche di acqua, luce e gas”. Il governo Draghi ha aumentato il tetto a 600 euro solo per il 2022: sarà il prossimo governo, eventualmente, a decidere se modificare il tetto anche per il 2023.