Non mandragora, forse, ma stramonio. A contaminare un lotto di spinaci sfusi proveniente dall’Abruzzo e transitato per i mercati ortofrutticoli di Aversa e Volla, in Campania, e a intossicare 10 persone, potrebbe essere un’altra pianta simile alla mandragora cosi’ come allo spinacio e ugualmente tossica. Il primo intossicato aveva riferito ai medici che lo curavano di mangiato gli spinaci in una frittata e mostrato sintomi simili a quelli dell’ingestione di mandragora. Tra le 152 casse di vegetali che la scorso settimana sono sequestrate al Centro agroalimentare di Volla (Napoli), non sono trovate tracce di questa pianta.

“Dalle analisi compiute e’ emerso che sicuramente l’avvelenamento e’ stato di origine vegetale”, spiega il direttore dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, Gennaro Limone, partecipando all’audizione della commissione Agricoltura della Regione Campania. “Si e’ trattato di una partita di spinaci contaminati provenienti da Avezzano, probabilmente da una coltura a campo aperto. Di fronte al verificarsi di questo allarme, c’e’ stata un’importante reazione di filiera istituzionale per isolare la partita, ricostruire la sua catena distributiva e prevenire ulteriori casi”, aggiunge.