Uno psicanalista, lasciato da tempo dalla moglie, deve crescere da solo tre figlie. Ognuna ha i propri, personalissimi, problemi con l’amore, che, naturalmente, si catapultano sulla vita del padre. Sarà lui, con i suoi consigli e loro, con le loro disavventure, ad influenzarsi a vicenda e a cambiare la propria esistenza e i propri percorsi d’Amore.
Di pari passo libro e film. Questa la mossa di Paolo Genovese, che dopo la convincente prova del 2012 con Una famiglia perfetta, arriva nelle nostre sale con l’interessante Tutta colpa di Freud, pellicola che vede anche la trasposizione in un romanzo omonimo, edito dalla Mondadori. E chissà quanto ha influito la partecipazione al soggetto di Leonardo Pieraccioni (che nel suo ultimo film, Un fantastico via vai aveva Genovese tra i suoi sceneggiatori) nella difficile, come sempre, trasposizione da romanzo a film e viceversa (alla quale ha collaborato anche Paola Mammimi). Certo è che la pellicola funziona bene, nonostante alcune lacune di prevedibilità alla sceneggiatura, opera dello stesso regista, e qualche piccola défaillance tra gli attori, non tutti perfettamente in ruolo. Pecca di un incipit interessante, con una convincente presentazione dei personaggi femminili, ma che poi lascia tutti i protagonisti alle proprie vicende, non riuscendo a indagare perfettamente la psiche di tutti (cosa che potrebbe essere facilitata nella versione letteraria). La coppia Marco Giallini – Claudia Gerini, torna insieme dopo la bella prova del precedente Una famiglia perfetta: lui è il protagonista principale, in buonissima forma, ma che regala alcune scene degne di nota e comunque bravo a reggere il ruolo di un padre lasciato solo e che, probabilmente, ha bisogno anche lui (e più di tutti) di finire in analisi (ma che preferiamo nel ruolo di cattivo…); lei, invece, ancora una volta brava e bella, affascinante e convincente, in un ruolo che sembra “marginale”, ma che in realtà è come una sorta di perno che tiene in piedi la maggior parte della vicenda amorosa del protagonista, che vede, in un monocorde Alessandro Gassman, il suo antagonista principale, sia in amore, sia per il rapporto con la figlia adolescente (impersonata da Laura Adriani). Nelle tre (macro)storie che si intrecciano nella pellicola, affascina, in positivo, quella della coppia Vittoria Puccini (la migliore del cast) e Vinicio Marchioni. Lei, figlia del protagonista, testa fra le nuvole, spirito leggero e aria sognante; lui, sordomuto, ama la lirica e ruba, dalla libreria gestita dalla Puccini, alcuni volumi di operette. Scatterà una storia d’amore basata sulla “diversità”, che emoziona non poco, soprattutto nella sequenza finale ambientata nel teatro, ispirata, forse, alla performance sanremese di Daniele Silvestri e al suo brano A bocca chiusa; musicista che ci emoziona e diverte con il brano Tutta colpa di Freud, che fa parte della colonna sonora curata da Maurizio Filardo.
Diversità, si diceva, che è il fulcro dell’intero film: ne è la prova la vicenda interpretata dalla figlia maggiore del protagonista, impersonata da una brava Anna Foglietta, che si combatte tra essere o meno omosessuale e che, nella ricerca dell’amore (maschio) perfetto, incontra i camei (divertenti) di Daniele Liotti (visto in tantissime fiction tv) ed Edoardo Leo (senza dimenticare quello, simpatico, di Maurizio Mattioli nel ruolo del portiere dello studio del protagonista). Genovese gestisce tutto con piglio sicuro, si sentono echi di Immaturi (di cui questo film potrebbe essere sorta di incipit o comunque parallelo) e il risultato, in bilico tra tv movie e commedia all’inglese, regala momenti anche di interessante poesia, complici della affascinante e luminosa fotografia di Fabrizio Lucci, fidato di Genovese, che si divide tra tv (molta) e cinema (anche l’ultimo di Pieraccioni). Tutta colpa di Freud è, comunque, un film davvero godibilissimo, che scorre senza intoppi fino ai (vari e forse non prevedibili) “happy ending” e che sta facendo man bassa di incassi, tenendo testa a The Wolf of Wall Street di Scorsese. Una pellicola, quella di Genovese, che nonostante qualche pecca, resta un ottimo prodotto nostrano, che non solo vuole farci sorridere, ma, anche, riflettere sulle tante facce (a volte nascoste o diverse) di quello stano sentimento chiamato Amore e che, ancora una volta, mette al centro della vicenda non il “macho” di turno, ma un cast quasi completamente al femminile e dove l’uomo, in generale, non è altro che un “dipendente” dell’essere umano “donna”. O è il contrario? Forse dovremmo chiederlo a Freud.
Potrete vedere Tutta colpa di Freud, in queste sale:
-NAPOLI
America Hall
La Perla Multisala
Med Maxicinema The Space Cinema
Metropolitan
-NOLA
Multisala Savoia
The Space Cinema Vulcano Buono
-AFRAGOLA
Happy Maxicinema
-CAPRI
Paradiso
-CASALNUOVO
Magic Vision
-CASORIA
Uci Cinemas
-CASTELLAMMARE DI STABIA
Complesso Stabia Hall
-MARANO
Comunale G.Siani
-POZZUOLI
Drive In Pozzuoli
Multisala Sofia
-SORRENTO
Armida
-TORRE ANNUNZIATA
Politeama
-TORRE DEL GRECO
Multisala Corallo
-SALERNO
The Space Cinema Salerno