L’assegno unico universale per le  famiglie con figli  in vigore da marzo 2022 sta per essere modificato nel 2023 con la prossima legge di bilancio. Vediamo di seguito quali aspetti potrebbero essere modificati,  gli aumenti certi legati all’inflazione e i recenti dati Inps sulla situazione attuale
In tema di assegno Unico lo schema di legge di bilancio approvato ieri sera  dal Governo prevede che  nel 2023  sarà maggiorato

del 50% per il primo anno, e
di un ulteriore 50%

per le famiglie composte da 3 o più figli.

Le novità 2023 per assegno unico e Family act

La nuova ministra della famiglia e le pari opportunità Eugenia Roccella  in una intervista al Sole 24 Ore aveva  parlato di un Piano strategico per la natalità che vedrà in campo diverse misure concrete  tra cui anche  la revisione dell’assegno familiare.  .L’assegno unico secondo il nuovo Governo non aiuta a sufficienza le famiglia piu numerose  quindi  l’intenzione della ministra  Roccella è di rendere il sostegno proporzionale al numero dei figli:  forse mettendo in secondo piano il fattore  Isee, che  giudica non ben calibrato.
 Preferisce parlare quindi di quoziente familiare con la valutazione del reddito complessivo parametrato al numero dei componenti , come già in corso di definizione per la soglia di reddito per il diritto al Superbonus
Riguardo alle altre misure  già in preparazione collegate alla legge delega detta Family act  la ministra ha parlato dell’intenzione,  convidisa con la ministra del lavoro Calderone,  di un  piano di welfare integrato ” che metta in pista tutti gli attori sociali e sostenga le neo mamme fin nel proprio domicilio .
Si conferma inoltre il

potenziamento della rete degli asili nido finanziato dal Pnrr
una nuova  spinta al welfare aziendale detassato  ( buoni spesa) Leggi su questo anche Premi di produttività l’imposta scende al 5%
e per le PMI ( che potrbbero non avere le risorse da dedicare) un piano integrato di sostegni che veda   il coinvolgimento di no profit, sindacati e   grandi imprese per una  mobilitazione collettiva  a favore della natalità.

Assegno unico universale: senza domanda. Gli aumenti 2023
Il direttore generale dell’Inps Tridico  ha dichiarato poche settimane fa che dal prossimo anno non sarà necessario fare domanda per l’assegno unico a meno che non ci siano variazioni dei requisiti  della famiglia ovvero :

maggior numero di figli,
raggiungimento dell’età che li esclude dall accesso (22 anni)
modifica dell’Isee cioè  variazioni di reddito o del patrimonio del nucleo familiare

Vale la pena anche sottolineare che l’assegno unico , come le altre prestazioni INPS , è correlato all’andamento dell’inflazione . 

Quindi visto  il recente forte innalzamento dell’indice dei prezzi degli ultimi mesi,  a gennaio  2023 l’importo mensile sarà rivalutato almeno del 9% ( ipotesi di tasso a annuale 2022 ), anche senza alcuna modifica normativa
 Il valore dell’assegno  unico  mensile dovrebbe passare quindi :

da 175 euro a 196 euro, per le famiglie con ISEE  a 15mila euro 
 da 50 a 55  euro mensili,  per chi ha un Isee superiore a 40mila euro. 

Va detto che comunque anche le soglie ISEE di accesso saranno rivalutate.

L’assegno unico universale oggi
È stato pubblicato il 10 novembre dall’INPS  l’aggiornamento dell’Osservatorio Statistico sull’Assegno Unico Universale (AUU) che contiene al suo interno anche i dati relativi all’AUU destinato ai nuclei percettori di Reddito di Cittadinanza (RdC). con riferimento al periodo marzo-settembre 2022.
SINTESI
Sono stati erogati complessivamente alle famiglie assegni per 8,9 miliardi di euro. La spesa relativa ai nuclei non percettori di RdC risulta pari a 8,5 miliardi di euro, in riferimento a una platea di circa

 5,5 milioni di richiedenti e 
8,8 milioni di figli beneficiari di almeno una mensilità;

L’importo medio mensile è pari a 233 € per richiedente e a 145 € per figlio.
I nuclei percettori di RdC con almeno una mensilità della prestazione integrata dall’assegno unico sono  risultati 476mila, con riferimento a circa 804mila figli a carico, di cui poco più di 500mila appartenenti in via esclusiva a nuclei percettori di RdC

Per i nuclei non percettori di RdC, circa il 46% degli assegni pagati per figlio si riferisce  a beneficiari appartenenti a nuclei con ISEE inferiore ai 15mila euro; circa il 20% dei figli, invece,  appartiene a nuclei familiari che non hanno presentato ISEE.
Si ricorda che l’importo base dell’assegno per ciascun figlio minore,  senza  maggiorazioni, va

da un minimo di 50 €, in assenza di ISEE o con ISEE pari o superiore a 40mila euro,
 ad un massimo di 175  € per ISEE fino a 15mila euro.

Sempre nel mese di settembre, il 47% dei figli raggiunti dalla misura si concentrano al Nord, e  si osservano importi medi più modesti avendo livelli di ISEE più elevato, mentre al Sud vi è una minore consistenza di beneficiari (34%)   con  importi mensili mediamente più alti
 il valore minimo dell’importo si registra nella Provincia autonoma di Bolzano, dove per ciascun figlio si ha un importo mensile pari a 133 € ed il valore massimo, pari a 167 € per ciascun figlio, si registra in Calabria.
fonte fiscoetasse.com