«Il fatto non sussiste», assolto dopo sette anni e mezzo. Con questa formula, il giudice monocratico del Tribunale di Torre Annunziata, Maria Camodeca, ha assolto Massimo M., accusato di omicidio colposo per la morte della moglie, Sara Aiello (nella foto), avvenuta la notte del 3 giugno del 2015 nella loro casa coniugale di Pompei. A darne notizia è il quotidiano Roma oggi in edicola. A poche ore dalla prescrizione, dunque, arriva la sentenza che conferma quanto sostenuto fin dal primo momento dalla Procura di Torre Annunziata, che aveva già due volte chiesto il proscioglimento dell’unico imputato, il vedovo, portato a giudizio dal gip del tribunale oplontino nonostante l’accusa non avesse elementi per poter sostenere il giudizio.
Arriva, dunque, la verità giudiziaria su un caso finito alla ribalta delle cronache per la circostanza del video registrato dal marito mentre la moglie era agonizzante. Un video che era stato registrato su indicazione di un medico, che aveva visitato Sara due giorni prima della sua morte. Da tempo la donna accusava strani malori, delle crisi dalle quali si riprendeva dopo alcuni minuti in cui restava priva di sensi. Delle indicazioni, insieme ad altri referti medici di due cardiologi, che non avevano portato a una diagnosi precisa e che aveva spinto il neurologo consultato da Sara a chiedere al marito di filmare quel malore successivo. Un malore che, però, fu fatale alla donna, morta praticamente mentre il
marito la filmava.