Una bufala, o quasi. È questo il giudizio che si ricava dalle parole di padre Costanzo Nganga riportate da Il Mediano.it, sulla notizia rimbalzata ieri sulle edizioni online di diversi quotidiani, anche a diffusione nazionale. Questa la ricostruzione dell’accaduto, diffusa sabato e poi smentita dal sacerdote nell’omelia della messa domenicale: mentre il padre trinitario è intento a celebrare le nozze di due novelli sposi, si accorge di un furto perpetrato ai suoi danni da un malvivente che se la dà a gambe levate, lascia sull’altare gli sposi e rincorre il ladro nella speranza di raggiungerlo. Infine si reca al Comando locale dei Carabinieri per sporgere denuncia, facendo ritardare di circa un’ora la conclusione della cerimonia.
E così via con i numeri al Lotto, con le polemiche nei confronti del sacerdote reo di aver abbandonato l’altare e lasciato a bocca aperta sposi ed invitati. Peccato che non sia andata così secondo padre Costanzo, che ha invitato la comunità a fare una riflessione sulla «mania diffusa di ingigantire le cose, di colorarle di fantasia e, soprattutto, di commentare e di esprimere giudizi sciocchi e gratuiti». Il sacerdote ha poi raccontato ai fedeli il reale svolgimento dei fatti: «Conosco bene il giovane che ha rubato quei soldi, è un disagiato e pochi giorni fa è venuto da me per essere aiutato e l’ho fatto volentieri. Anche ieri (sabato, ndr), l’ho intravisto mentre usciva furtivamente dall’ufficio della canonica, gli ho chiesto se voleva parlare con me. Per tutta risposta è scappato e allora ho capito che aveva preso qualcosa. Quando mi sono reso conto che mancava il portafoglio, ho cercato di raggiungerlo per farmi restituire almeno i documenti. E tutto questo è avvenuto prima che arrivassero gli sposi: non avrei mai lasciato l’altare per rincorrere un ladro».
Quanto alla Messa, «è slittata al massimo di un quarto d’ora». Infine, un monito che serva da lezione per quanto avvenuto: «Basta pettegolezzi, vi prego. Basta commenti, cerchiamo piuttosto di guardarci bene intorno e di imparare a riconoscere il disagio degli altri. Ho riavuto i documenti ed è la cosa più importante. I carabinieri di sicuro faranno la loro parte e spero che il giovane ritrovi la giusta via. Io, che mi sento padre di questa comunità, sono qui. Per tutti».