«La situazione del Vesuvio può essere generalizzata perché gli incendi boschivi sono fenomeni che stanno assumendo carattere di calamità naturale riducendo fortemente il grado di sicurezza ambientale». Esordisce con questo monito Micla Pennetta, titolare della cattedra di Geologia ambientale e rischi naturali presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, intervistata dall’Agenzia Dire sul futuro dell’area Vesuviana devastata dagli incendi di questi giorni.

«Quando brucia la vegetazione – spiega Pennetta – viene meno la sua azione di protezione e mitigazione delle acque di precipitazione. Si forma la cenere che impermeabilizza i suoli e impedisce l’infiltrazione della pioggia nel suolo e nel substrato. Aumenta così il quantitativo e la velocità delle acque che defluisce liberamente a quote più basse. Si formano dei solchi che poi, con l’andar del tempo, possono trasformarsi in eventi franosi».

Gli esempi che la docente racconta spaziano da Genova a Sarno. «Le frane che si sono sviluppate a Sarno nel maggio del 1998 – puntualizza – si sono attivate tutte insieme nel corso di una notte a seguito di piogge neanche particolarmente intense. Laddove c’erano delle situazioni geomorfologiche particolari si è osservato che nell’oltre il 60% dei casi le frane si sono sviluppate dove si erano costruiti i sentieri per risalire i versanti. Sentieri che poi sono diventate vere e proprie strade. Le altre frane, invece, si sono sviluppate nelle zone precedentemente interessate da incendi. In pratica: aree denudate della vegetazione che protegge il suolo e il substrato».

Una situazione che richiama quella del Vesuvio di questi giorni e che difficilmente troverà una soluzione in tempi brevi. «Un incendio determina sempre alterazioni paesaggistiche. Bisogna capire i tempi di resilienza della vegetazione, capire in quanto tempo questa recupera. Nell’immediato post incendio, per evitare fenomeni ulteriori di degrado, andrebbero introdotte delle regole finalizzate a piani di risanamento e mitigazione. Bisognerebbe fare subito studi geomorfologici di dettaglio finalizzati a una progettazione di pronto intervento per i luoghi devastati».