Prosegue il lavoro di Francesco Patierno sulla rivitalizzazione dei materiali d’archivio. Dopo Napoli ’44, che utilizzava i testi di un libro di testimonianze per fare da corredo a immagini di particolare rilevanza, torna ora a farlo, sempre per raccontare la sua Napoli, ma da un punto di vista diverso, anche temporale, dagli anni 60 ai 90, in Camorra. Un ritratto più antropologico che tradizionalmente storico del capoluogo campano e della sua tristemente celebre criminalità organizzata. A fare da collante la voce fuori campo e le musiche, comprese alcune canzoni originali, di Meg.
Quello che colpisce è l’evoluzione del veicolo economico attraverso il quale il cancro camorristico si è diffuso in città, a partire dal contrabbando di sigarette nell’immediato dopoguerra, che visto con gli occhi di oggi sembra quasi lontano anni luce, fino alla droga e al radicamento di alcune famiglie locali che lasciano poi spazio alla prima ascesa di un del padrino storico per l’evoluzione della camorra: Raffaele Cutolo. Con lui si procede all’unificazione del sistema quasi tribale di gestione per quartieri dei traffici illeciti, grazie al collante di un’ideologia di orgoglio partenopeo e un coinvolgimento nel tragico rapimento da parte delle Brigate Rosse dell’assessore regionale della Democrazia Cristiana Ciro Cirillo.