Soprattutto tragedie che hanno portato grandi lacrime durante l’anno ormai concluso. Il 2018, purtroppo, per l’area vesuviana è stato nuovamente costellato da morti di giovani avvenuti per incidenti, malattie o malori improvvisi. Sono proprio queste orribili notizie le più “sentite” e le più lette. Un anno che tra l’altro si è concluso proprio con un’altra giovane vita spezzata, quella di Leonardo Le Rose a San Gennarello di Ottaviano.

Ma c’è anche qualcosa di diverso: vite giovani salvate. Del resto è stato un anno transitorio per l’area vesuviana che dal punto di vista politico ha visto tra le altre cose la rielezione dei sindaci di San Giuseppe Vesuviano e Ottaviano (Vincenzo Catapano e Luca Capasso) e il successo a Palma Campania del nuovo primo cittadino Nello Donnarumma.

[nextpage title=”È di Palma Campania il medico che ha salvato le gambe alla 15enne di San Giuseppe Vesuviano”]

(Articolo del 24 ottobre) Antonio Medici è il primario di ortopedia dell’Azienda ospedaliera “Moscati” da settembre dello scorso. È originario di Palma Campania dove è cresciuto ed ha vissuto a lungo. Prima di diventare il numero uno del reparto di Avellino, operava al “Rummo” di Benevento. È lui, dunque, il medico che ha salvato le gambe alla 15enne di San Giuseppe Vesuviano, la ragazza con le “ossa di vetro”.

Medici ha ottenuto la specializzazione in Ortopedia e Traumatologia presso l’università Politecnica delle Marche ad Ancona, si è laureato con lode in Medicina e Chirurgia presso la Seconda Università degli Studi di Napoli (SUN) nel 1998. Si è dedicato allo studio ed al trattamento della patologia degenerativa e traumatica della colonna vertebrale e, in particolare alle fratture del bacino con riferimento al trattamento dei pazienti politraumatizzati. In questo campo è già una autorità a livello regionale e non solo, nonostante i suoi 46 anni.

[nextpage title=”Lacrime di dolore a Poggiomarino: è morto Antonio Boccia, ex patron dell’Isef”]

(Articolo del 5 febbraio) Sembrava avere superato già alcuni anni fa lo scoglio più duro, poi improvvise complicazioni che l’hanno strappato alla vita a soli 41 anni. È morto oggi Antonio Boccia, ex patron dell’Isef di Poggiomarino e figlio di Raffaele Rosario, figura di spicco dell’imprenditoria vesuviana e napoletana e anche della politica, scomparso alcuni anni fa. Antonio Boccia era venuto fuori da una leucemia, poi di recente era tornato in ospedale per alcuni problemi respiratori.

Ed è stata proprio un’infezione ai polmoni che ha ucciso Boccia. Il 41enne imprenditore ha lottato con tutte le sue forze per diversi giorni nel nosocomio di Aversa dove poi è deceduto nel pomeriggio. Una vita complicata soprattutto negli ultimi anni, quella di Antonio, che una dopo l’altra ha dovuto incassare la morte del padre, un maxi-sequestro di beni per operazioni risalenti agli anni ‘80, quando lui era solo un bambino, e appunto la malattia. Attualmente “il presidente” – così era noto a Poggiomarino – gestiva il complesso Villa Lina a Sarno.

[nextpage title=”Sant’Anastasia, malata di cancro picchiata e presa in giro a scuola da altre ragazze: finisce in ospedale”]

(Articolo del 3 ottobre) Una storia bruttissima, oltre ogni limite della decenza umana. A raccontare i fatti è Il Mattino che parla appunto di una vicenda dove ci sarebbe davvero poco da commentare. Una ragazza di 17 anni è stata picchiata, viene offesa e bullizzata perché affetta da cancro. Succede a Sant’Anastasia all’istituto Luca Pacioli, dove la giovanissima è stata vittima di aggressioni e di scherni da parte dei bulli, “piccoli mostri” che in questo caso sono tutte ragazze.

La vittima è affetta da una forma di melanoma contro cui sta combattendo con terapie anche aggressive. E questo basterebbe a farla prendere in giro ed essere pestata. La 17enne è persino finita in ospedale per le ferite riportate durante una delle aggressioni. C’è la denuncia in merito, mentre chiaramente i genitori chiedono che ci sia maggiore controllo da parte del personale scolastico in merito ad una storia terribile dal punto di vista umano.

[nextpage title=”Palma Campania piange Alberto, è lui la vittima dell’incidente in moto”]

(Articolo del 29 ottobre) Aveva 23 anni e di professione faceva il cuoco. Poi la grande passione per le motociclette, quei mezzi a due ruote che questa mattina gli hanno fatto trovare la morte troppo presto. La vittima dello schianto dell’incidente di Via Tavernanova è infatti Alberto Carella, giovane palmese che spesso si trovava fuori dalla città per lavoro. Letale quello schianto.

Per motivi da accertare, infatti, la moto di Alberto si è scontrata con un’auto che procedeva dall’altro senso di marcia. Sulle cause indaga la polizia municipale insieme ai carabinieri della locale stazione. Inutili i soccorsi, il 23enne è infatti spirato poco dopo. Il ragazzo aveva perso il padre quando era ancora giovanissimo. Un’altra terribile tragedia che si è abbattuta sulla famiglia.

[nextpage title=”Tragedia nel Nolano, giovane mamma stroncata da un malore”]

(Articolo del 16 novembre) Terribile tragedia quella che si è consumata oggi nel Nolano dove è deceduta la 23enne Antonella Bifulco, mamma di una bimba piccola. Non sono chiare le cause del decesso, ma sembrerebbe che a spezzare la vita dalla ragazza sia stato un malore improvviso insorto nella sua abitazione di Cicciano.

Inutili tutti i soccorsi, che non sono riusciti a strappare la giovanissima madre dalla morte. L’intera area nolana è straziata dal dolore per una morte davvero inaccettabile vista la giovane età della vittima. Centinaia sui social network i messaggi lasciati per Antonella, per la famiglia e la sua piccola.

[nextpage title=”Raffaele si è arreso dopo 10 giorni di coma: San Giuseppe Vesuviano piange dal dolore”]

(Articolo del primo novembre) Se n’è andato nella notte dopo avere lottato per la vita per dieci giorni esatti. È morto Raffaele Ammirati, il 17enne di San Giuseppe Vesuviano rimasto vittima di un gravissimo incidente in scooter la sera del 21 ottobre. Era ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore, dove il cuore si è fermato a causa delle gravissime ferite riportate alla testa in seguito a quel drammatico sinistro stradale.

Sono già decine i messaggi che in queste ore stanno riempendo la bacheca Facebook di Raffaele, così come in tantissimi avevano pregato affinché si svegliasse attraverso veglie e momenti di unione. Purtroppo quelle lesioni alla testa si sono rivelate troppo profonde. Lo schianto avvenne in via San Leonardo a Ottaviano, arteria che collega propria con San Giuseppe Vesuviano. Il 17enne è l’ennesima giovane vittima delle strade nell’area vesuviana.

[nextpage title=”Polmonite scambiata per influenza: «Così è morto il piccolo Cristian»”]

(Articolo del 5 gennaio) Cristian Corso aveva la polmonite ma i medici del Santobono lo avevano dimesso diagnosticando una semplice influenza. È questo il dato che emerge secondo i medici legali della famiglia dall’autopsia del bambino di Ercolano, morto durante le festività dove era tornato con la famiglia da Brescia, città in cui viveva.

Insomma, Cristian andava ricoverato al primo accesso al pronto soccorso e non rimandato a casa, da cui poi sarebbe tornato l’indomani in arresto cardiaco. «Dall’esame autoptico – scrivono in una breve nota gli avvocati Domenico Di Casola e Andrea Ciuonzo – è emerso un quadro macroscopico di polmonite bilaterale diffusa e quadro cardiaco di dubbia interpretazione, ansa duodenale ischemica e linfonodi mesenterici ingranditi. Solo – concludono – l’esame istologico dei campioni di tessuto prelevati a vari organi (polmoni, cuore, intestino) potrà chiarire le cause che hanno provocato il decesso del piccolo Christian e il nesso di causa con omissioni assistenziali».

[nextpage title=”San Giuseppe e Ottaviano: Nando e Salvatore morti nel sonno a 28 e 42 anni”]

(Articolo del 15 maggio) Due città vicine e gemelle, accomunate adesso anche dai lutti e dal dolore per due giovani vite spezzate nella maniera più incredibile: nel sonno. È accaduto a San Giuseppe Vesuviano e Ottaviano, che ieri mattina hanno subito un doppio e terribile colpo, quello della morte rispettivamente di Ferdinando Annunziata, 28enne, e del 42enne Salvatore Lieto.

Secondo quanto appreso, entrambi i decessi sono avvenuti nel sonno, in piena notte. Ferdinando era fidanzato, attivissimo nella sua quotidianità e sano come un pesce. Anche Salvatore non aveva alcuna patologia, e lascia moglie e bambini. Lutti fortissimi per le due comunità limitrofe, che condividono contemporaneamente un dolore immenso.

[nextpage title=”San Giuseppe Vesuviano, blitz antidroga: 5 arresti nel clan Fabbrocino ECCO TUTTI I NOMI”]

(Articolo del 31 maggio) Questa mattina, gli agenti del commissariato di polizia San Giuseppe Vesuviano, unitamente a personale della Squadra Mobile di Napoli e con l’ausilio di agenti del Nucleo Prevenzione Campania, ha dato esecuzione all’Ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere del Tribunale di Napoli emessa in data 24.05.2018 in relazione ad un procedimento penale a seguito dell’ordinanza eseguita nel maggio 2015 della Procura della Repubblica presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, nei confronti delle seguenti persone: o Patrizio TORTORA 48enne di San Giuseppe Vesuviano, capo e promotore dell’organizzazione; o Nunzio CASILLO 54ennedi San Giuseppe Vesuviano, soprannominato “O’ Scialone” attualmente già detenuto in carcere per altri reati; o Giuseppe MASCOLO 29enne originario di Benevento, soprannominato “Compariello”; o Gaetano FERRARO soprannominato “Zazà”, 48enne di San Giuseppe Vesuviano (NA); · Gennaro MALAFRONTE 40enne originario di Pompei, è stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari. Gli arresti odierni scaturiscono da un’indagine condotta da personale della Squadra Investigativa del commissariato di P.S. San Giuseppe Vesuviano che, sulla scorta di indagine delegate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, è riuscito a debellare una pericolosa organizzazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti, nello specifico cocaina, guidata da Patrizio TORTORA, operante sotto il controllo del sodalizio criminale dei ” Fabbrocino ” ma con propria struttura autonoma. Il complesso delle emergenze investigative nei confronti delle suddette persone che nello sviluppo dell’attività investigativa sono via via risultate attivamente coinvolte in attività di approvvigionamento e successivo smercio di sostanza stupefacente del tipo cocaina, sono stati avvalorati da una serie di riscontri documentali, tra cui la predisposizione di mirati servizi di osservazione ed appostamento nonché da attività di sequestro di sostanza stupefacente. L’indagine ha consentito di provare l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, avente base operativa nel Comune di Terzigno e nei Comuni limitrofi capeggiata dal Tortora, dedita ad attività di vendita di sostanza stupefacente attraverso una fitta rete di spacciatori.

[nextpage title=”Orrore nel Nolano: «Cagnolina uccisa a sprangate, aveva fatto pipì accanto a un muretto»”]

(Articolo del 9 ottobre) Ancora un gravissimo episodio di violenza sugli animali, quello che sarebbe avvenuto nell’area nolana, in questo caso nella cittadina di Cicciano, dove una cagnolina sarebbe stata ammazzata a colpi di spranghe in testa soltanto perché aveva fatto la pipì accanto ad un muretto. Quel muretto, però, era di proprietà dell’uomo che poi avrebbe picchiato selvaggiamente la bestiola, poi morta per quelle ferite. L’episodio viene raccontato su uno dei gruppi cittadini di Facebook.

Ecco il post: «Un uomo che abita nei pressi della chiesa di Sant’Antonio Abate (protettore degli animali) ha picchiato un cane con una pala di ferro. Per aver fatto un piccolo bisognino (pipì). Il cane è stato picchiato senza pietà fino al sanguinamento. La cagnetta apparteneva ad una persona con grandi difficoltà economiche. Con problemi di salute che non gli permettevano di seguirla ed accudirla al meglio. Ma vi assicuro che era una cagnolina buona. Non abbaiava non dava fastidio. E ve lo dico io che ho paura dei cani. Ci passavo ogni giorno davanti ed era una cucciola. La piccola Stella è tornata a casa che non riusciva a camminare si lamentava e dopo due giorni si è spenta. Il mio post è finalizzato a smuovere le coscienze di chi ha assistito e può denunciare. Perché, non so voi, temo queste persone che stanno in giro. La prossima vittima chi sarà non oso immaginare».