La banda di spacciatori gestiva anche gli alloggi popolari della zona dove si concretizzava la
compravendita delle sostanze stupefacenti. È questo quanto emerge dalle indagini sulle varie piazze di spaccio che inondavano di droga anche la Penisola Sorrentina. Al Parco Penniniello di Torre Annunziata, in particolare, i carabinieri hanno documentato un episodio ritenuto particolarmente significativo: uno dei gruppi di spacciatori facenti riferimento al “capo piazza” Salvatore Carpentieri è costretto a lasciare l’abitazione popolare che occupava per non essere riuscito a pagare una partita di droga. Al suo posto ne è insediato un altro, che ha proseguito la vendita sempre per conto di Tore Viola e della compagna, Maddalena Gemignani. A darne notizia il quotidiano Roma oggi in edicola.
Non solo. A chiunque finisse “in difetto” erano inviati i “picchiatori”, quasi esclusivamente
minorenni, i quali avevano il compito di riscuotere i debiti. E se i soldi non venivano corrisposti, dopo le botte scattava lo sgombero. Uno di loro, un 17enne, era finito arrestato e giudicato separatamente per questi fatti. La droga rivenduta nella piazza di spaccio di
Vico Equense era acquistata proprio nel rione Penniniello di Torre Annunziata. Nel
corso delle indagini coordinate dalla Procura guidata dal procuratore Nunzio Fragliasso è
emerso che i pusher colloquiavano in codice e lo dovevano fare anche i clienti quando
effettuavano gli ordini.
E mai – sia gli uni, sia gli altri – dovevano fare riferimento diretto alle sostanze stupefacenti.
Durante gli accertamenti, i carabinieri sono riusciti a decriptare e compilare “il vocabolario dello spaccio” grazie a una attenta disamina delle conversazioni intercettate.