Quaranta anni fa, il 2 Agosto 1980, alle ore 10,25, un attentato terrorista neofascista con 23 chili di esplosivi produceva la Strage alla Stazione di Bologna. Furono 85 le vittime, una non venne mai identificata. I feriti furono 200.  Il 13 luglio 1981 il Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, conferiva al Gonfalone della Città di Bologna “Medaglia d’Oro al Valore Civile” con questa motivazione: “A seguito del criminale attentato terroristico che sconvolse duramente la Città, l’intera popolazione, pur emotivamente coinvolta, dava eccezionale prova di democratica fermezza e di civile coraggio. In una gara spontanea di solidarietà collaborava attivamente con gli Organi dello Stato, prodigandosi con esemplare slancio nelle operazioni di soccorso. Contribuiva così per la tempestività e l’efficienza a salvare dalla morte numerose vite umane, suscitando il plauso e l’incondizionata ammirazione della Nazione tutta. Agosto 1980.” Nel 2010 i luoghi, che hanno visto il più alto numero di vittime di un attentato nella storia dell’Italia, sono stati dichiarati “Patrimonio dell’UNESCO per la Pace”.

Ad oggi sono stati condannati in tre quali esecutori e in quattro per depistaggio delle indagini. Nessun mandante è stato ancora individuato, ma nuovi scenari potrebbero ancora aprirsi. L’Associazione tra i familiari delle Vittime della Strage di Bologna del 2 Agosto 1980, oggi con il Presidente Paolo Bolognesi, forte dell’inchiesta della Procura Generale di Bologna, sui mandanti della Strage del 2 agosto 1980, per il 40° Anniversario hanno predisposto un manifesto che così recita: “La strage è stata organizzata dai vertici della loggia massonica P2, protetta dai vertici dei servizi segreti italiani, eseguita da terroristi fascisti”.

Il Sindaco, Dott. Virginio Merola, intervenuto in apertura del Consiglio Comunale di Bologna, il 27 luglio 2020, ha così concluso il suo intervento: “Per Bologna la memoria è un esercizio costante, è impegno civico nel presente, è coraggio civico. Il coraggio civico che Bologna dimostrò sia il 27 giugno che il 2 agosto 1980. Saremo in piazza Maggiore nelle modalità previste dalle norme anti Covid e riaffermeremo insieme la nostra ostinata richiesta di verità e giustizia. In piazza ascolteremo, alle 10.25, il fischio che in tutti questi anni ha lacerato l’aria come la bomba lacerò vite e speranze. E mostreremo -ne sono certo- ancora una volta, quello che siamo e vogliamo continuare a essere: una comunità padrona del proprio destino, non di quello degli altri. Un esempio e una speranza per il nostro Paese”.

Nel Quarantesimo Anniversario, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che il 30 luglio 2020, in una visita storica, in forma privata, è giunto sotto le Due Torri, accolto dal Cardinale Matteo Maria Zuppi con il quale ha partecipato alla Santa Messa in suffragio, nel rendere omaggio alle 81 vittime della Strage di Ustica e alle 85 vittime della Strage alla Stazione ha così sintetizzato il senso della sua presenza a Bologna: “Dolore, ricordo e verità piena”. E’ il secondo Capo dello Stato ad essere presente alle commemorazioni, dopo Sandro Pertini, che il pomeriggio dello stesso 2 agosto 1980 si recò sul posto del vile attentato.

Fra le 85 vittime del 2 Agosto 1980 vi furono anche due cittadini di Brusciano in provincia di Napoli. Salvatore Lauro, di 57 anni, nato ad Acerra l’11 agosto del 1923 e Velia Carli, di 50 anni, nata a Tivoli il 2 settembre del 1930. Loro che attendevano a Bologna il ritardatario treno per Mestre dove mai vi giunsero tornarono a casa in due bare. I coniugi Lauro vivevano serenamente con i figli, Maria Grazia, Patrizia, Rosanna, Aurora, Gennaro e Francesca a Brusciano dall’8 agosto del 1973.

Da Bologna il sindaco di Brusciano, Giuseppe Montanile, ha detto: «In piena sintonia e condivisione con quanto affermato dal presidente dell’associazione familiari vittime del 2 agosto 1980, Paolo Bolognesi, e il Sindaco di Bologna, Virginio Merola, gridiamo: verità e giustizia. Importante sacrificarsi e non rinunciare mai a lottare e a credere nei valori, quelli sani e nobili, della democrazia, dell’appartenenza e del legame solido ai nostri principi costituzionali. Il tempo, alla fine, dà la possibilità agli uomini forti e tenaci di raggiungere obiettivi e risultati anche a distanza di decenni. Ebbene, dopo 40 anni, sta per iniziare un processo, che dopo vari tentativi di depistaggi, consegnerà alla giustizia i mandanti di questa infame e atroce strage. Una strage organizzata e finanziata dalla P2 di Gelli, protetta dai servizi deviati dello Stato ed eseguita dai NAR di ispirazione neofascista. È stato emozionante e commuovente assistere alla celebrazione in Piazza Maggiore, e finalmente vedere il nostro gonfalone tra le prime fila insieme alle altre città e regioni d’Italia. Abbracciare Salvatore e Patrizia Lauro, commossi e tra le lacrime per essersi loro visti non più soli é stato un momento assai gratificante. Essi, per la prima volta, si sono ritrovati in compagnia della propria città e di un Sindaco che ha risposto finalmente all’invito, sanando la grave e storica lacuna di decenni di appelli sempre disertati. È importante esserci, ricordare, testimoniare e ribadire la fedeltà ai valori costituzionali dell’antifascismo e dire no a qualsiasi forma di dittatura, di violenza e censurare ogni forma di superficialità, prepotenza e inciviltà».